Almeno una voIta nella vita... e mi rivolgo a coloro che non ci sono mai andati...bisogna recarsi a Venezia, nel periodo del Carnevale.
Quelle maschere bellissime e variopinte che si posizionano nei posti caratteristici della città, sono come le ciliegine... una tira l'altra!
tradotto in termini fotografici, c'è proprio da divertirsi con la propria macchina fotografica a scaricare centinaia di immagini...anche
perchè, sono loro stesse (le maschere) che assumono varie posizioni, offrendo così lo spunto per premere l'otturatore a raffica.
Dal mio primo carnevale veneziano dell'edizione 1981, è diventato un'appuntamento d'obbligo, al quale non posso più rinunciare.
Potete vedere alcune delle migliaia fotografie sono state scattate da Franklin and Alessandro Zucchelli  e nientepopodimeno che...
dai nipotini  Thomas  e  Daniel ...il primo, un magnifico bambino di 12 anni, oramai grande esperto di fotografia e di informatica, 
mentre il secondo, nonostante i suoi giovani 6 anni, un grande stratega di giochi elettronici, capace di metter in crisi anche il gioco
più impegnativo della Playstation 3...... a mio avviso... sarebbe in grado di mettere in crisi , pure i casinò di Las Vegas...
Ma ambedue mirano ad un'unica ambizione... diventare futuri piloti della nostra Pattuglia Acrobatica Nazionale "Frecce Tricolori"
Subito sotto, troverete fotografie del Carnevale di Bagolino, anch'esso molto folcloristico, che ebbe origine nel XVI secolo e che da
allora, puntualmente si svolge nello località montana, posta fra le montagne a ridosso del Lago d'Idro, in provincia di Brescia.
L'articolo giornalistico allegato, riporta esattamente lo spirito dei festeggiamenti e l'atmosfera che coinvolge tutti i Bagossi.

                                                                                             BRESCIAOGGI    6 Febbraio  2008


Con la cornice di un bel sole i ballerini hanno potuto danzare liberamente fino a tarda sera.
L’ultimo giorno di carnevale di Bagolino è stato accompagnato da un cielo completamente
sereno: già all’alba si intravedevano i raggi del sole e verso le otto è stato dato il via alle
danze, come vuole la tradizione, davanti al bar «Strope». 
Dopo aver sorbito un brodo rigeneratore via ai primi passi di danza di una giornata molto
lunga, terminata in piazza Marconi sulle note dell’«Ariosa», una delle musiche tra le più
conosciute. A differenza di lunedì scorso, quando la pioggia aveva rovinato in parte la festa
ieri i visitatori hanno potuto godersi le danze e i più fortunati sono riusciti ad intrufolarsi
nelle cucine seguendo i locali o mescolandosi all’ondata dei ballerini.
La tradizione vuole che i ballerini rendano omaggio alle loro famiglie o alle fidanzate, che
poi ricambiano il gesto offrendo qualche cosa da mangiare, come si dice a Bagolino «si và
per cucine». L’ospitalità è riservata ad amici e conoscenti, ballerini o maschere: ma se si
riesce ad essere accolti favorevolmente vivere il carnevale di Bagolino può essere anche
un’esperienza davvero coinvolgente. Passare dalla cucina di Osvaldo e Odette, per bere
un buon bicchiere di vino e assaggiare bagòss e salame, ed essere accolti dalla loro
contagiosa allegria, o riuscire ad intrufolarsi nella cucina della signora Giuditta dove i
fagioli sono un piatto che non manca mai, è un piacere che non soddisfa solo il palato.
E mentre i 110 ballerini si spostavano, ballando a gruppetti, tra viottoli e porticati, le
maschere hanno fatto la loro parte divertendo i visitatori e trascinandosi in giro a...
spaventare i bambini. E mentre la giornata volgeva al termine, per i ballerini, mantenere
la compostezza diventava sempre più complicato, ma non impossibile, e in una sorta  di
equilibrio tutto loro, hanno mosso i passi sulle note dell’ariosa, in piazza Marconi, in un
vortice di musica, allegria e tanta  stanchezza.
Ma chi si nasconde sotto quelle maschere? È difficile scorgere i volti, e solo alla messa
del lunedì mattina la maschera viene tenuta in mano. A parte qualche eccezione, si tratta
per la maggior parte di giovani che con orgoglio portano avanti la tradizione dei loro padri.
Ieri sera, concluse le danze, hanno invaso la scena ancora una volta i «mascher» che fino
a tarda ora hanno girovagato per il paese; molti di loro portavano in mano la lanterna a
simboleggiare la ricerca del carnevale che si nasconde prima, per poi sparire.
Altri portavano anche il renck (arringa salata) simbolo dei giorni di quaresima che stanno
arrivando, e proprio questo pesce sarà oggi il pasto di molti bagossi che rintanati in casa
per riprendersi dalle fatiche dei festeggiamenti si preparano a tornare alle occupazioni
di ogni giorno.
Molti, che come ogni anno chiedono qualche giorno di ferie, oggi riprenderanno anche
a lavorare, e sicuramente qualcuno lo farà con un po’ di mal di testa; e non mancherà
nemmeno il triste svolazzare di coriandoli come ricordo di  quello che è stato, e di quello
che l’anno prossimo tornerà a riesplodere con eguale vigore.
                   
                                                                                                                                  Mila Rovatti
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Fotogallery 2 Carnevale Bagolino
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